Albicocca Valleggia

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Albicocca Valleggia
L'Albicocca Valleggia

L’albicocca Valleggia è un prodotto tipico locale inconfondibile che si riconosce grazie alla buccia sottile, di un delicato colore arancio, picchiettato da puntini color mattone. Valleggia è anche il nome della località di massima produzione, sita nel comune di Quiliano, in provincia di Savona. E’ un frutto dalla polpa soda, dolce e leggermente aromatica, presenta una buona resistenza ai trasporti e alle manipolazioni. Gli albicoccheti si trovano sia lungo la fascia costiera sia sulla collina retrostante, sino ad altitudine di circa 300 metri.

Produzione

Cultivar locale, selezionata nei primi anni del 1900. Veniva commercializzata oltre che sui mercati nazionali anche all’estero, in particolare in Germania e in Svizzera. Attualmente è inviata al mercato ortofrutticolo locale e all’industria alimentare. I portainnesti usati dai produttori per l’albicocca Valleggia sono tre e precisamente: franco di albicocco, franco di pesco, mirabolano di susino.

L’Albicocca Valleggia è un Presidio Slow Food

Presìdio Slow FoodLa produzione di albicocca di Valleggia è concentrata oggi nella fascia costiera fino a 300 metri sul livello del mare, da Albissola a Vado Ligure, negli altri comuni dell’area storica tra Loano e Varazze si trovano solo alcuni sporadici frutteti. I produttori sono per lo più piccole aziende che raccolgono e selezionano i frutti migliori ancora a mano. Due cooperative riuniscono una trentina di produttori del Presidio, garantiscono il rispetto di un disciplinare di coltivazione severo e selezionano i frutti migliori che sono commercializzati con il marchio di qualità “Albicocca di Valleggia“.

Il Presidio vuole tutelare le coltivazioni di albicocca rimaste e, attraverso la comunicazione e la promozione vuole incentivare il recupero di aree oggi dismesse ma un tempo coltivate ad albicocca e piantare nuovi alberi. Coinvolgendo inoltre quei produttori che attualmente vendono i frutti senza un’identificazione forte.

Curiosità

Il nome scientifico Prunus armeniaca, trae in inganno: infatti le albicocche non sono originarie dell’Armenia ma della Cina, dove erano note già 2000 anni prima di Cristo. Fu probabilmente grazie ad Alessandro Magno che si diffuse nel mondo occidentale. Columella, nel De re rustica (I secolo d. C.) parla di una varietà precoce arbor precox da cui deriva il nome albicocco appunto. Le sue qualità sono ottime per combattere l’anemia, i disturbi della gola e l’afonia, come ci insegna la tradizione araba.

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